Hai intenzione di iniziare una carriera come fotografo freelance? Stai cercando informazioni su come avviare la tua attività in modo sicuro? Qui potrai trovare tutti gli step necessari per aprire la Partita IVA da fotografo professionista.
Negli ultimi anni, il ruolo del fotografo ha acquisito una crescente importanza, soprattutto grazie alla diffusione dei social media. Infatti, queste piattaforme hanno permesso alle immagini di comunicare messaggi ed emozioni in modo più immediato ed efficace rispetto alle parole.
Si tratta di una professione che offre molteplici opportunità di impiego, non solo nella moda e nello spettacolo, ma anche in settori come fotogiornalismo, reportage, eventi e cerimonie. Un elemento fondamentale per un fotografo freelance è quello di promuovere la propria attività per espandere la rete di contatti. Ciò è possibile grazie alla convenzione di BeProf con Lyme, incentrata sull’offrire ai liberi professionisti canali e strumenti digitali in grado di creare nuove opportunità di contatto.
Partita IVA da fotografo: modalità e costi
L’apertura della Partita IVA come fotografo è un procedimento completamente gratuito e veloce. Il primo step è quello di compilare e inviare il modello AA9/12 all’Agenzia delle Entrate, con una delle seguenti modalità:
- scaricando il modulo da Internet e inviandolo all’ente tramite raccomandata con ricevuta di ritorno (RAC);
- recandoti presso l’ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate della tua zona;
- utilizzando il sistema ComUnica.
La comunicazione di questo modello è fondamentale perché al suo interno dovranno essere indicati importanti aspetti dell’attività, come il regime fiscale e il codice Ateco adottati.
Quale codice Ateco scegliere?
La scelta del codice Ateco è un passaggio molto importante nell’apertura della Partita IVA, perché permette di identificare il tipo di attività svolta e il relativo coefficiente di redditività. Nel caso del fotografo, si potrà utilizzare uno tra questi codici:
- 74.20.11 che si riferisce a “Attività di fotoreporter”, per chi opera nel settore del fotogiornalismo;
- 74.20.12 che si riferisce a “Attività di riprese aeree nel campo della fotografia”, per chi realizza inquadrature da una prospettiva più alta;
- 74.20.19 che si riferisce a “Altre attività di riprese fotografiche”, per realizzare servizi fotografici, pubblicazioni su riviste, foto per eventi e così via.
Quest’ultimo codice è sicuramente quello più utilizzato nella professione di fotografo, e presenta un coefficiente di redditività pari al 78% dei ricavi annui, fondamentale per calcolare l’imposta sostitutiva e i contributi da versare.
Quale regime fiscale adottare?
Il prossimo passo riguarda la scelta del regime fiscale da adottare, vale a dire l’insieme degli adempimenti contabili e fiscali richiesti per una corretta gestione dell’attività. Il regime più vantaggioso è sicuramente quello forfettario, in quanto permette di versare una sola imposta sostitutiva pari al 15%, 5% per i primi 5 anni, solo per coloro che hanno un ricavo annuo minore di 85.000 euro. Questa tipologia di regime fornisce ulteriori agevolazioni, tra cui:
- lavorare in franchigia IVA;
- nessun obbligo di fatturazione con fatturato inferiore a 25.000 euro;
- contabilità semplificata.
Quali sono gli aspetti previdenziali previsti?
La professione di fotografo non è soggetta a regolamentazioni specifiche da parte di un ordine o un albo professionale. Di conseguenza, in assenza di una cassa previdenziale dedicata, i contributi verranno versati alla Gestione Separata Inps nella sezione riservata ai liberi professionisti, e saranno pari al 26,23% del fatturato lordo.