Come diventare Fashion Designer? Tutti i passi da seguire per aprire la Partita IVA

17 Aprile 2023

Come diventare Fashion Designer? Tutti i passi da seguire per aprire la Partita IVA

La professione di Fashion Designer è tra le più rilevanti all’interno dell’industria della moda: questa figura si occupa di creare e progettare abiti, scarpe o accessori con un approccio creativo e innovativo. Grazie alle loro competenze e abilità nel creare nuovi progetti, i fashion designer sono in grado di influenzare notevolmente i gusti e le preferenze del pubblico, svolgendo un ruolo chiave nell’evoluzione del settore.

Se la tua ambizione è realizzare abiti e lavorare a stretto contatto con il mondo della moda, ti proponiamo una guida contenente tutti i passi principali per l’apertura della Partita IVA come fashion designer.

Competenze tecniche e creative del Fashion Designer

Le conoscenze basilari che uno stilista deve apprendere durante il suo percorso formativo partono da tecniche che racchiudono sartoria, studio dei materiali e dei processi produttivi, e arrivano fino all’ambito più storico culturale, tra cui storia della moda e della società. 

Non è sufficiente, però, una formazione unicamente didattica, ma è necessario accompagnarla con lo studio dei processi di marketing e un costante aggiornamento sulle tendenze a livello internazionale. 

Come fashion designer, si deve dare la giusta importanza anche agli strumenti di promozione e comunicazione della propria attività, per espandere il più possibile la rete di contatti. Il network di BeProf mette a disposizione varie convenzioni che possono aiutarti, tra cui la partnership con Getfy che consente di creare agende online, minisiti e tante altre soluzioni digitali per liberi professionisti.

Aprire la Partita IVA da Fashion Designer

Aprire la partita IVA è una procedura gratuita, e per attivarla è necessario presentare il modello AA9/12 all’Agenzia delle Entrate in modo telematico oppure presentandosi personalmente presso il proprio ufficio territoriale. Questo documento dovrà essere compilato con le seguenti informazioni:

  • dati anagrafici e fiscali;
  • sede dell’attività svolta;
  • codice Ateco;
  • regime fiscale scelto.

Quale codice Ateco scegliere?

La scelta del codice Ateco è tra le più importanti nell’apertura della Partita IVA, in quanto permette di inquadrare in modo univoco l’attività professionale svolta. In base alla tipologia di professione che si vorrà avviare, la scelta racchiude due possibili codici Ateco:

  • 74.10.10, che si riferisce a “Attività di design di moda e design industriale;
  • 74.10.90, relativo a “Altre attività di design” tra cui, per esempio, la professione di arredatore.

Per entrambi i codici è previsto un coefficiente di redditività del 78%, da moltiplicare ai ricavi conseguiti nell’anno, ottenendo così il reddito imponibile su cui versare l’imposta sostitutiva e i contributi previdenziali.

Quale regime fiscale adottare?

Un altro passo fondamentale riguarda quale regime fiscale adottare, ovvero l’insieme delle regole e oneri contabili che dovrai rispettare. Il più vantaggioso è sicuramente il regime forfettario, o agevolato, grazie al quale potrai sfruttare una serie di vantaggi per le attività che non superino 85.000 euro di ricavi annui; queste agevolazioni comprendono:

  • esonero dalla fatturazione elettronica;
  • nessun obbligo di versare l’IRAP e le addizionali regionali e comunali;
  • esonero dall’IVA e dalla ritenuta d’acconto;
  • nessun obbligo di registrare le fatture e i corrispettivi.

Oltre ai numerosi vantaggi, però, sono presenti anche dei costi da sostenere tra cui un’imposta sostitutiva con aliquota al 15%, 5% nei primi 5 anni.

Aspetti previdenziali: quali contributi versare

Al contrario dell’imposta sostitutiva, che presenta un valore fisso, il versamento dei contributi previdenziali varia a seconda della classificazione tra artigiano e libero professionista:

  • per gli artigiani c’è l’obbligo di iscriversi alla Camera di Commercio e alla Gestione Artigiani INPS, con un contributo fisso di 3.836 euro per redditi fino a 15.953, e un aggiuntivo 24% sulle eccedenze.
  • per i liberi professionisti c’è l’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata INPS e il versamento di contributi pari al 26,23% del reddito imponibile.