Quanto pagano di tasse i freelance? Scopri le aliquote e i contributi

10 Gennaio 2025

Quanto pagano di tasse i freelance? Scopri le aliquote e i contributi

Diventare freelance offre molte opportunità di autonomia e flessibilità, ma comporta anche responsabilità specifiche, tra cui la gestione delle tasse e dei contributi previdenziali. Comprendere il sistema fiscale italiano può aiutare ad evitare sorprese e pianificare correttamente il proprio reddito. I freelance devono affrontare diverse imposte, che variano in base al regime fiscale scelto e al reddito prodotto. In questo articolo analizzeremo le principali voci di spesa fiscale, come le aliquote IRPEF, i contributi previdenziali e le agevolazioni disponibili.

La tassazione dei freelance dipende strettamente dal regime fiscale adottato: regime forfettario o regime ordinario. La scelta tra questi due regimi determina le percentuali di tassazione applicabili e gli obblighi contabili e amministrativi. 

Aliquote IRPEF: come funzionano

L’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) è l’imposta principale che i freelance devono pagare. Per chi è in regime ordinario, questa imposta è calcolata in base a scaglioni di reddito, con aliquote progressive. Gli scaglioni previsti sono:

  • Fino a 15.000 euro: aliquota del 23%
  • Tra 15.001 e 28.000 euro: aliquota del 25%
  • Tra 28.001 e 50.000 euro: aliquota del 35%
  • Oltre 50.000 euro: aliquota del 43%

Questo significa che l’ammontare totale delle imposte dipende dalla distribuzione del reddito nei vari scaglioni. Ad esempio, un freelance con un reddito annuo di 30.000 euro pagherà il 23% sui primi 15.000 euro, il 25% sui successivi 13.000 euro e così via. 

Il regime forfettario: una soluzione agevolata

Il regime forfettario rappresenta un’opzione semplificata e vantaggiosa per molti freelance, soprattutto per chi ha redditi inferiori a 85.000 euro all’anno. In questo regime, l’imposta sostitutiva è pari al 15%, ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività. Questo sistema non prevede scaglioni, ma un’aliquota fissa applicata al reddito imponibile, che si calcola applicando un coefficiente di redditività al fatturato lordo.

Esempio pratico:

  • Fatturato lordo: 40.000 euro
  • Coefficiente di redditività: 78% (per attività professionali)
  • Reddito imponibile: 31.200 euro
  • Imposta sostitutiva (15%): 4.680 euro

Il regime forfettario semplifica anche la gestione contabile, eliminando l’obbligo di IVA e altri adempimenti tipici del regime ordinario. Tuttavia, è importante considerare che l’adesione a questo regime preclude la possibilità di dedurre molte spese. Questo aspetto va ponderato attentamente, in base alla natura dell’attività e ai costi fissi sostenuti.

I contributi previdenziali: INPS e casse professionali

Oltre alle imposte, i freelance devono versare contributi previdenziali, che variano in base alla cassa di appartenenza. La maggior parte dei lavoratori autonomi è iscritta alla Gestione Separata INPS, che prevede un’aliquota del 26,23% per chi non ha altre coperture previdenziali obbligatorie. Per i professionisti iscritti a ordini o albi, invece, i contributi vengono versati alle casse previdenziali specifiche, con aliquote che possono arrivare fino al 33% del reddito. I contributi previdenziali, interamente deducibili, riducono l’impatto fiscale complessivo, ma rappresentano una voce di spesa significativa. Per questo motivo, è utile prevedere un accantonamento periodico per coprire tali obblighi.

Nel dettaglio:

  • Gestione Separata INPS: aliquota del 26,23% sul reddito netto.
  • Casse professionali: aliquote variabili tra il 14% e il 33%.

Esempio per un professionista con reddito di 30.000 euro:

  • Contributi INPS (26,23%): 7.869 euro.
  • Contributi a una cassa professionale (33%): 9.900 euro.

Deduzioni e agevolazioni fiscali

I freelance hanno diritto a diverse deduzioni e agevolazioni fiscali che permettono di abbattere il carico tributario. Tra le principali deduzioni troviamo:

  • Contributi previdenziali: interamente deducibili dal reddito.
  • Spese professionali: in regime ordinario, è possibile dedurre una percentuale delle spese sostenute per l’attività, come acquisto di materiali, corsi di formazione e affitto di uffici.
  • Spese sanitarie: deducibili entro limiti specifici.
  • Spese per assicurazioni: come polizze contro infortuni o assicurazioni sulla vita.

Queste deduzioni possono variare in base alla normativa vigente e al regime fiscale scelto. Chi opera in regime forfettario, pur beneficiando di una tassazione agevolata, ha meno opportunità di dedurre spese rispetto al regime ordinario. 

La gestione contabile e gli obblighi fiscali

La scelta di un buon software gestionale o il supporto di un commercialista può semplificare notevolmente la gestione contabile, migliorando l’efficienza e riducendo il rischio di errori. Inoltre, una pianificazione attenta permette di prevedere il carico fiscale con maggiore precisione.

Oltre al pagamento delle imposte e dei contributi, i freelance devono rispettare specifici obblighi fiscali e contabili. Questi variano in base al regime fiscale adottato:

  • Regime forfettario:
    • Nessun obbligo di liquidazione e versamento IVA.
    • Fatturazione senza IVA, con indicazione dell’esenzione ai sensi della legge.
    • Registrazione semplificata delle entrate.
  • Regime ordinario:

Errori comuni da evitare

Molti freelance commettono errori nella gestione fiscale, che possono portare a sanzioni o costi imprevisti. Tra gli errori più comuni troviamo:

  • Non accantonare fondi per imposte e contributi: è importante calcolare in anticipo il peso fiscale sul reddito e riservare una percentuale adeguata.
  • Sottovalutare l’importanza delle scadenze: ritardare i pagamenti può generare interessi e sanzioni amministrative.
  • Dimenticare di dedurre le spese ammissibili: una corretta contabilità può ridurre notevolmente le imposte dovute, ma richiede una documentazione accurata delle spese sostenute.