Diventare farmacista a partita IVA: tutto quello che c’è da sapere

10 Marzo 2025

Diventare farmacista a partita IVA: tutto quello che c’è da sapere

Aprire una partita IVA consente di gestire in modo indipendente la propria attività, collaborare con più realtà professionali e ottimizzare il proprio reddito. Tuttavia, questa scelta implica la conoscenza di aspetti normativi, fiscali e burocratici che regolano la professione.

Il passaggio da farmacista dipendente a libero professionista richiede un’attenta pianificazione. È necessario valutare il regime fiscale più adatto, selezionare il codice ATECO corretto e comprendere le implicazioni contributive. Inoltre, l’indipendenza comporta oneri come la gestione autonoma della previdenza e l’assenza di tutele tipiche del lavoro subordinato.

Questa guida offre una panoramica dettagliata sui passaggi fondamentali per avviare la professione di farmacista a partita IVA, fornendo indicazioni utili per affrontare con consapevolezza questa scelta.

Requisiti per diventare farmacista libero professionista

Per esercitare la professione di farmacista in libera professione, è necessario possedere requisiti specifici. La normativa italiana prevede alcuni step obbligatori:

  • Conseguimento della laurea: È necessario ottenere una laurea magistrale in Farmacia o in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche (CTF). Questo percorso garantisce una formazione approfondita sulle discipline farmaceutiche, chimiche e sanitarie.
  • Abilitazione professionale: Dal 2021, l’esame di laurea in Farmacia è diventato abilitante, eliminando la necessità di un esame di Stato separato.
  • Iscrizione all’albo professionale: Dopo la laurea, è obbligatorio iscriversi all’Albo dei Farmacisti, tenuto dall’Ordine provinciale di appartenenza. L’iscrizione è un requisito indispensabile per poter operare legalmente.
  • Scelta del regime fiscale: Avviare un’attività autonoma implica una gestione fiscale adeguata, con la possibilità di aderire al regime forfettario, se si rispettano determinati requisiti.

Come aprire la partita IVA

Dopo aver completato la formazione e ottenuto l’abilitazione, il passo successivo consiste nell’aprire una partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate. Questa procedura richiede la compilazione del modello AA9/12, disponibile online o presso gli uffici territoriali.

All’interno del modulo è necessario specificare:

  • Dati anagrafici e fiscali del professionista
  • Codice ATECO, che identifica l’attività svolta
  • Regime fiscale scelto (forfettario o ordinario)
  • Sede operativa dell’attività

L’apertura della partita IVA è un procedimento gratuito, ma è consigliabile farsi assistere da un commercialista specializzato, per evitare errori nella scelta del regime fiscale o nella gestione degli obblighi contabili.

Codice ATECO per il farmacista libero professionista

La scelta del codice ATECO è un aspetto rilevante perché determina la classificazione fiscale dell’attività. Per i farmacisti che lavorano in libera professione, non esiste un codice ATECO univoco, ma sono disponibili diverse opzioni:

  • 74.90.93 – Attività tecniche non classificate altrimenti
  • 74.90.99 – Altre attività professionali N.C.A.
  • 86.90.29 – Attività paramediche indipendenti N.C.A.
  • 86.90.42 – Servizi di ambulanza, delle banche di sangue e altri servizi sanitari N.C.A.

L’Enpaf (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza Farmacisti) suggerisce di utilizzare uno di questi codici per identificare correttamente l’attività. Nel caso di apertura di una farmacia individuale, invece, si utilizza il codice 47.73.1 per il commercio di prodotti farmaceutici al dettaglio.

Un codice ATECO errato può comportare problemi fiscali e previdenziali, rendendo necessaria una modifica successiva presso l’Agenzia delle Entrate.

Il regime forfettario per i farmacisti

Per chi inizia l’attività da libero professionista, il regime forfettario rappresenta una soluzione conveniente. Questo regime fiscale semplificato consente di beneficiare di una tassazione agevolata e di minori obblighi contabili.

Vantaggi del regime forfettario:

  • Imposta sostitutiva al 5% per i primi 5 anni, successivamente al 15%
  • Esenzione IVA, che semplifica la gestione amministrativa
  • Nessuna ritenuta d’acconto, con semplificazioni nei rapporti con i clienti
  • Regime contabile semplificato, senza obbligo di registrazione delle fatture

Per accedere al regime forfettario, il fatturato annuo non deve superare 85.000 euro e non si devono avere partecipazioni in società di persone o S.r.l.

Previdenza per il farmacista libero professionista

I farmacisti iscritti all’albo sono tenuti a versare contributi previdenziali all’Enpaf (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza Farmacisti). La contribuzione è obbligatoria anche per chi lavora come libero professionista e non dipendente.

I versamenti all’Enpaf prevedono una quota fissa annuale, con possibilità di richiedere agevolazioni o riduzioni in caso di redditi bassi. Tuttavia, il farmacista libero professionista può scegliere di integrare la propria previdenza con una gestione separata INPS, nel caso di collaborazioni occasionali o consulenze a enti pubblici.

Opportunità lavorative per il farmacista a partita IVA

Scegliere di lavorare come farmacista autonomo apre diverse possibilità professionali. Un farmacista libero professionista può offrire consulenza e servizi in diversi ambiti:

  • Farmacie e parafarmacie: collaborazione continuativa o saltuaria per la gestione del banco farmaceutico e l’assistenza ai clienti
  • Distribuzione farmaceutica: attività di supporto a grossisti e aziende farmaceutiche
  • Settore cosmetico e nutraceutico: consulenze per lo sviluppo di prodotti specifici
  • Farmacovigilanza e informazione scientifica: collaborazione con aziende per la gestione di dati clinici e regolatori

L’autonomia professionale consente di diversificare le proprie entrate e di sviluppare competenze in più settori, ampliando le possibilità di crescita.