Come diventare un recruiter freelance: codice ATECO e procedura

13 Marzo 2024

Come diventare un recruiter freelance: codice ATECO e procedura

Diventare un recruiter freelance è una scelta professionale dinamica e gratificante, che consente di lavorare in modo indipendente e collaborare con diverse aziende alla ricerca di talenti qualificati. Questo ruolo si posiziona in modo strategico nel contesto lavorativo dove le esigenze delle aziende sono sempre più orientate alla flessibilità dei processi di selezione del personale.

Il recruiter freelance è una figura che, attraverso l’esperienza nel campo delle risorse umane, si specializza nella ricerca e valutazione di candidati per le imprese, senza necessariamente far parte di un’organizzazione più ampia o un’agenzia del lavoro. Al contrario dei recruiter che operano internamente alle aziende o come dipendenti di agenzie per il lavoro (APL), il recruiter freelance ha la libertà di scegliere i propri clienti e gestire autonomamente il proprio portafoglio di offerte.

Un aspetto distintivo di questa professione è la flessibilità operativa, poiché il recruiter freelance può lavorare in vari settori e per aziende di dimensioni diverse, occupandosi di selezioni che spaziano da piccoli progetti locali a ruoli più specializzati e globali. Questo approccio permette di costruire un brand personale solido e sviluppare una rete di contatti estesa e diversificata.

La scelta del codice ATECO e la partita IVA

Per avviare un’attività di recruiter freelance, è necessario aprire una partita IVA e scegliere il codice ATECO appropriato, che definisce l’ambito dell’attività professionale agli occhi delle autorità fiscali. La scelta del codice ATECO è un passo cruciale perché influisce sulla gestione fiscale dell’attività e sull’accesso a specifici regimi fiscali, come il regime forfettario, che offre vantaggi in termini di riduzione delle imposte per i liberi professionisti. È importante selezionare il codice ATECO corretto per evitare complicazioni fiscali e assicurarsi di rispettare la normativa vigente.

Cosa può fare un recruiter freelance

  1. Consulenza per la selezione del personale: Il recruiter freelance può fornire consulenza alle aziende per aiutare nella definizione dei requisiti di una posizione lavorativa, nella pubblicazione degli annunci di lavoro, nella scrematura dei CV e nella valutazione dei candidati. Si tratta di un’attività di supporto che rientra nell’ambito della consulenza aziendale e della gestione delle risorse umane. Questa attività può essere svolta legalmente con una partita IVA e il corretto codice ATECO.

 

  1. Attività di headhunting: Il recruiter freelance può ricercare attivamente candidati qualificati, anche attraverso network professionali come LinkedIn o altre piattaforme di ricerca del personale. Può operare come “head-hunter”, aiutando le aziende a trovare candidati altamente qualificati e in linea con le loro necessità, ma senza intervenire direttamente nella stipula dei contratti di lavoro.

 

  1. Supporto alle aziende nella fase di selezione: Il recruiter freelance può assistere le aziende nel processo di selezione, come consulente esterno. Questo include la preparazione di interviste, la valutazione delle competenze tecniche e comportamentali dei candidati e la fornitura di feedback all’azienda.

 

  1. Uso di strumenti e tecnologie per il recruiting: I recruiter freelance possono utilizzare software e piattaforme digitali, come gli Applicant Tracking Systems (ATS), per gestire i candidati in modo efficiente. Questi strumenti consentono di ottimizzare i processi di selezione e di ridurre i tempi necessari per trovare il candidato giusto.

Cosa non può fare un recruiter freelance

  1. Intermediazione formale tra domanda e offerta di lavoro senza iscrizione all’albo: La legge italiana stabilisce che chiunque voglia svolgere attività di intermediazione lavorativa, ovvero collocare i lavoratori presso aziende e gestire la stipula dei contratti di lavoro, deve essere iscritto all’albo delle Agenzie per il Lavoro (APL), come indicato nel Decreto Legislativo 276/2003. Questo significa che un recruiter freelance non può, ad esempio, firmare contratti di lavoro per conto delle aziende o dei candidati, a meno che non operi come agenzia del lavoro con l’autorizzazione ministeriale.

 

  1. Somministrazione di lavoro: Il recruiter freelance non può fornire lavoratori a un’azienda tramite un contratto di somministrazione, ovvero quel tipo di rapporto dove un’agenzia assume lavoratori per poi “affittarli” a terze aziende. Questa attività è riservata alle agenzie per il lavoro autorizzate e richiede l’iscrizione all’albo delle APL. È regolamentata dal Decreto Legislativo 81/2015.

 

  1. Gestione di pratiche amministrative e contributive: Un recruiter freelance non può occuparsi della gestione contrattuale e retributiva di un candidato, come il calcolo delle buste paga o la gestione delle imposte e dei contributi previdenziali. Queste attività rientrano nella gestione amministrativa delle risorse umane e sono responsabilità del datore di lavoro o di una terza parte autorizzata.

 

  1. Firmare contratti di lavoro per conto di terzi: Un recruiter freelance non può agire come rappresentante legale di un’azienda nella stipula di contratti di lavoro con i candidati. Questa attività è riservata esclusivamente al datore di lavoro o a un’agenzia autorizzata a svolgere intermediazione del lavoro.

Considerazioni Finali

Per avere successo come recruiter freelance, è fondamentale rimanere entro i limiti legali imposti dalla normativa italiana e concentrarsi su attività di consulenza e supporto che non richiedano l’iscrizione all’albo delle APL. Operare all’interno di questo quadro legale consente di evitare sanzioni e di costruire una carriera sostenibile e conforme alle normative vigenti.