Come aprire la partita IVA per diventare investigatore privato: regime fiscale e contributi

15 Marzo 2023

Come aprire la partita IVA per diventare investigatore privato: regime fiscale e contributi

L’investigatore privato è un professionista che svolge indagini e raccoglie informazioni di natura privata e commerciale su incarico di aziende, privati, enti pubblici o legali rappresentanti. È fondamentale, per la professione di investigatore privato, ampliare i propri contatti e far conoscere l’attività; ciò è possibile, per esempio, attraverso la partnership tra BeProf e Lyme, un’agenzia basata sulle migliori strategie di comunicazione e pubblicità.

Questa figura opera in modo indipendente, offrendo i propri servizi a chi ne fa richiesta; tuttavia, per diventare investigatore privato sono necessarie alcune specifiche tecniche, e l’apertura della Partita IVA

 

Come diventare investigatore privato freelance?

A differenza del detective che opera nell’Arma dei Carabiniere o in Polizia, l’investigatore privato è spesso un libero professionista. In base alle sue specializzazioni può esercitare l’attività in ambito coniugale, informatico o legale, ma prima deve completare un determinato percorso formativo, che prevede:

  • Laurea Triennale in Giurisprudenza, Economia, Scienze Politiche o Scienze dell’investigazione;
  • Master in Scienze dell’Investigazione o in Criminologia;
  • Corsi di aggiornamento ai sensi del D.M. 268/10, o Praticantato triennale.

Oltre ai titoli di studio, per svolgere la professione è necessario ottenere la licenza, che viene rilasciata dalla Prefettura territoriale competente a patto che siano soddisfatti specifici requisiti, tra cui:

  • non esercitare pubbliche funzioni;
  • possedere la cittadinanza italiana e la capacità giuridica;
  • essere iscritti alla Camera di Commercio;
  • non riportare condanne penali e essere privo di limitazioni della libertà individuale.

 

Step per aprire la Partita IVA da investigatore

L’apertura della partita IVA è una procedura che non richiede costi, ti basterà presentare il modello AA9/12 presso l’Agenzia delle Entrate, telematicamente o fisicamente, e inserire le seguenti informazioni:

  • dati anagrafici;
  • dati fiscali;
  • il tipo di codice Ateco scelto;
  • il Regime fiscale adottato;
  • sede dell’attività in questione.

È fondamentale che la domanda venga inviata entro 30 giorni dall’inizio dell’attività, per non andare incontro a sanzioni.

 

Quale codice Ateco scegliere?

Il codice Ateco, formato da una serie di numeri, identifica il tipo di attività svolta e il settore di riferimento. Per gli investigatori privati, il codice Ateco è 80.30.00 che si riferisce a “Servizi di investigazione privata”. Il coefficiente di redditività relativo a questo codice è pari al 67%, che verrà applicato sui ricavi ottenuti per ottenere il reddito imponibile, su cui si calcoleranno le imposte e i contributi.

 

Quale regime fiscale è meglio adottare?

Gli investigatori possono scegliere tra regime ordinario e forfettario, chiamato anche agevolato. Quest’ultimo è il più vantaggioso e presenta obblighi e adempimenti moderati rispetto al regime ordinario, ma per poter aderire sono necessari i seguenti requisiti:

  • ricavi annui inferiori a 85.000 euro;
  • residenza italiana;
  • produzione estera minore del 25% del proprio fatturato;
  • non essere soci di altre società o associazioni;
  • limite di spese personali di 20.000 euro annui.

Il regime forfettario richiede il versamento delle imposte da pagare annualmente pari a solo il 5% della base imponibile per i primi 5 anni, e del 15% dal sesto anno in poi. Come già accennato in precedenza, è un regime agevolato in quanto presenta meno obblighi, infatti il titolare della Partita IVA non può dedurre le spese, non deve applicare l’IVA in fattura, ed ha obbligo di fatturazione elettronica solo al superamento di 25.000 euro di guadagno annuale.

 

Partita IVA da investigatore privato: contributi previdenziali

Poiché la figura dell’investigatore privato non appartiene a nessun albo o ordine di riferimento, è necessario che si iscriva alla Gestione Separata INPS che non prevede quote fisse per i contributi, ma solo versamenti regolari in base al fatturato totale.

I contributi e le imposte devono essere versati in base ad un’aliquota contributiva che, per il 2023, è pari al 26,23%.